Vai al contenuto principale

Ejiko kokeshi, il bambino nel cesto

Kimbei Kusakabe “Giovane famiglia” Stampa all’albumina dipinta a mano, circa 1890 (dettaglio)

In Giappone, i bambini occupano da sempre un posto privilegiato nella società, e questo si riflette in molteplici aspetti della vita quotidiana e nelle tradizioni culturali. Considerati portatori di fortuna e benedizioni, sono non solo amati, ma anche rispettati e valorizzati come parte integrante della società. Tutto questo si ritrova nell’artigianato tradizionale, che dedica all’infanzia molta della sua produzione più poetica.

La scoperta delle Ejiko: una bambola speciale

Da quando abbiamo iniziato a esplorare il mondo delle Kokeshi (nate appunto come giocattoli), la nostra curiosità non ha fatto che crescere, portandoci a scoprire sempre nuovi aspetti affascinanti di queste bambole meravigliose. Oggi vogliamo parlarvi delle Ejiko, un tipo speciale di Kokeshi che ha attirato la nostra attenzione per la sua storia e la sua unicità. Provenienti dalla regione di Tsuruoka, nella prefettura di Yamagata, le Ejiko rappresentano un’interessante evoluzione delle Kokeshi, con radici che affondano in tradizioni profonde. Ci fa piacere condividere con voi questa “scoperta” e il significato che queste bambole rivestono nella cultura giapponese.

Dal giocattolo Izume.ko alla tradizione

L’origine dell’Ejiko deriva da un giocattolo popolare chiamato bambola Izume.ko (“bambino Isume”), che risale ai primi anni del 1910.
Il giocattolo si basa su un Isume, un contenitore di vimini tradizionalmente usato per mantenere caldo il riso: gli agricoltori mettevano i loro bambini nei cesti durante la stagione di lavoro. In questo modo, potevano facilmente portare con sé, ma anche tenere d’occhio i piccoli mentre lavoravano nei campi. Piccoli giocattoli venivano messi nel cesto insieme al bambino, per confortarlo e tranquillizzare la madre durante la giornata.
Le prime versioni della bambola Izume.ko erano costituite da un guscio di ghianda, riempito con una piccola bambola, o da una piccola versione del cesto intrecciato che conteneva un bambino coperto da un piccolo pezzo di cotone. Giocattoli in miniatura venivano quindi legati al bordo del cesto. Da queste prime versioni è emersa poi la bambola Ejiko, intorno agli anni ’20.


Simbolismo e funzionalità

Tutte le Ejiko seguono lo stesso stile base, basso e rotondo. Tuttavia, alcune hanno il corpo scavato e collo e testa che fungono da coperchio. Queste sono chiamate Obunko. Il corpo viene spesso riempito con miniature di bambole Kokeshi o altri piccoli giocattoli.

Insomma giocattoli che rappresentano bambini in un cesto che contiene giocattoli. Una specie di effetto Droste…

Un regalo unico: celebrare una nascita con le Ejiko

Noi ce ne siamo innamorati e siamo riusciti a raccoglierne un po’, sono abbastanza rare. Non trovate anche voi che sia un bel regalo per festeggiare una nascita?

Chiudiamo con questo haiku, che ci sembra proprio faccia al caso nostro

La voce dei bambini,
calda e accogliente,
come il calore del legno.

Masaoka Shiki (1867-1902)

P.S. Bella la foto di Kusakabe Kimbei, vero? Era uno dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola di Yokohama. Il libro più bello sull’argomento? sicuramente quello di Rossella Menegazzo “Felice beato e la fotografia di Yokohama” edito da Electa nel 2017.

Posted in Vud Loves