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Kokeshi tradizionali, amore a prima vista.

Da sempre siamo appassionati di oggetti torniti. Chi è stato in negozio conosce sicuramente la nostra collezione di mattarelli, o quella di mazzuoli. Da un anno circa però, hanno iniziato a fare la loro comparsa sullo scaffale anche queste curiose figure.

Per noi è stato amore a prima vista e ci siamo (piacevolmente…) lasciati cadere nella loro trappola. Ce n’è sempre una che ti manca…

Ma cosa sono le kokeshi?

Le/i kokeshi sono bambole in legno realizzate solo nel Tohoku, la regione a Nord della più grande isola dell’arcipelago giapponese. Essendo una regione di montagna, è stata da sempre patria di artigiani del legno, in particolare tornitori, che realizzavano oggetti di uso comune per la casa (ciotole, piatti, etc). Con i ritagli di legno inutilizzati, qualcuno iniziò a realizzare dei giocattoli, semplici bambole, senza braccia e gambe, che un bambino potesse maneggiare facilmente. Ma la regione del Tohoku era anche famosa per le sue stazioni termali (onsen), quindi diventò presto meta di riposo e vacanza, da cui si voleva portare un ricordo.

La diffusione della bambola kokeshi

Fu così che verso la metà dell’Ottocento la produzione di queste bambole, richieste come souvenir, aumentò considerevolmente ed iniziarono a caratterizzarsi i diversi stili, o scuole, (Key) che prendono sostanzialmente il nome dalla loro area di provenienza. Ancora oggi le scuole mantengono le loro caratteristiche peculiari e sono riconoscibili abbastanza facilmente, anche se possono esserci tante piccole variazioni. Erano tradizionalmente 11, cui si è aggiunta una dodicesima nel 2018, la scuola Nakanosawa.

Le 12 Key: Hijiori, Kijiyama, Nambu, Naruko, Tōgatta, Zao, Tsuchiyu, Tsugaru,Yajiro, Sakunami, Yamagata, Nakanosawa

Come sono fatte le bambole giapponesi kokeshi

Le kokeshi tradizionali (Dentō Kokeshi) sono realizzate principalmente in corniolo, acero, magnolia o ciliegio. Il legno viene tagliato in inverno, privato della corteccia e lasciato ad asciugare fino ad un anno. A questo punto viene tagliato e lavorato al tornio. La maggior parte delle scuole usano due pezzi separati per realizzare testa e tronco, alcune invece (la Kijiyama per esempio) usano un unico pezzo. Dopo una levigatura finissima, il maestro passa all’ultima fase, quella della decorazione. Alla fine firma la sua creazione, normalmente sotto la base.

Un aspetto unico della produzione delle kokeshi è che il maestro (Koujin) si occupa in prima persona veramente di tutte le fasi del lavoro: dalla realizzazione degli attrezzi che utilizzerà, al lavoro al tornio, alla decorazione. È sicuramente anche per questo che ogni bambola ha una sua personalità.

C’è chi le definisce addirittura curative, per la loro espressione pacata e contegnosa, che riesce ad “entrare in risonanza con l’anima”. In più ogni kokeshi dà espressione al calore intrinseco del legno con cui è realizzata: molti collezionisti infatti, invece che le kokeshi nuove, cercano quelle vintage, perché il legno, a differenza di altri materiali artificiali, non si degrada con il tempo, ma assume una patina sempre più affascinante. Piano piano anche il colore della vernice diventa sempre più tenue fino quasi a scomparire.

Semplici, eleganti e minimali, rappresentano la magia di un passato in cui le cose erano fatte una ad una con calma e cura e che per fortuna sopravvive ancora oggi.

Ci sarebbe moltissimo da dire, ma se vi fosse già venuta voglia di iniziare la vostra collezione, sappiate che abbiamo inaugurato una nuova pagina di “Vud Loves” dedicata a loro, dove potrete trovare alcune kokeshi delle diverse scuole.

L’importante è che non restino mai sole, perché:

“Anche se il kokeshi di Naruko è andato via perché qualcuno l’ha comprato

Di certo ricorderà sempre la bottega dell’artigiano che l’ha creato

Di notte, in un angolo della sua nuova casa,

Il grazioso kokeshi sognerà Naruko

Lontano da Naruko

Il kokeshi sentirà la mancanza dell’odore delle acque termali.

Poesia di Fukasawa Kaname (1904-1947) in “Kokeshi. Il Tohoku tra tradizione ed innovazione”, traduzione di Andrea Maurizi

Per approfondire vi consigliamo alcuni libri ed un bellissimo sito.

“Kokeshi. Il Tohoku tra tradizione ed innovazione”, C. Covito, R. Menegazzo, V. Sica, ed. Scalpendi 2021.

“Kokeshi: from Tohoku with love”, Manami Okazaki, Kingyo Press 2015

www.mingeiarts.com

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