Tagliere “Sardo”
L’abbiamo chiamato semplicemente così, ecco perché.
Il tagliere sardo tradizionale è un oggetto essenziale, che ha più funzioni: tagliare, servire, anche condire! Infatti una piccola area vicino al manico è dedicata al taglio, la parte scavata serve a contenere e servire il cibo, ma non manca mai una piccola conchetta per il sale. Basta girarlo per accorgersi che ogni vecchio tagliere che si rispetti è tutto segnato anche sul retro: del tagliere si usa ogni centimetro!
I taglieri sardi tradizionali sono fatti da sempre in castagno, quello più morbido che cresce nella zona di Desulo, in centro Sardegna, perché pare sia ideale per la produzione di questi utensili, ma anche di mestoli, pale da forno e per le aie, contenitori per fare il formaggio.
Realizzati nei mesi invernali, questi utensili venivano venduti (più spesso barattati) durante la primavera e l’estate, da ambulanti che giravano per tutta la Sardegna, riconosciuti in ogni paese per il loro richiamo “e turuddas e talleris!” (mestoli e taglieri!)
Design contemporaneo, funzionalità tradizionali
Abbiamo voluto riproporre i taglieri sardi con un design più contemporaneo, senza però tralasciare nessuna delle loro funzioni specifiche: il manico è sostituito da due rientranze che facilitano la presa, la zona di taglio è ampliata e include la conchetta per il sale. Ovviamente anche il Sardo di vud si può girare e usare dall’altra parte se si ha bisogno di una superficie di lavoro più ampia.
Il legno che usiamo però, non è solo castagno, sfruttiamo tutte le essenze che abbiamo a disposizione in falegnameria: quindi dal rovere al noce, dall’acero all’acacia, senza sprechi.
E’ un oggetto di cui andiamo particolarmente orgogliosi, da usare in cucina e in tavola, come del resto si è sempre fatto, in pieno spirito Vud.
In questa pagina trovi tutti i dettagli.
Un tuffo nella Sardegna di fine 800
Cercando notizie sulla storia dei taglieri sardi, è imprescindibile la consultazione di sardegnadigitallibrary.it, fonte inesauribile di immagini, video (“L’arte di un popolo” è da vedere), audio, documenti… È qui che abbiamo scoperto che il venditore di taglieri era un soggetto molto amato, infatti compare spessissimo nell’iconografia pittorica e fotografica dell’isola.
Grazie a “Legni” di Ilisso, casa editrice specializzata in arte, cultura, tradizioni ed etnografia dell’isola, invece abbiamo scoperto Gaston Vuillier, viaggiatore, disegnatore, etnografo, divulgatore, che visitò la Sardegna nell’ottobre-novembre 1890 subito dopo essere stato in Corsica e nelle Isole Baleari. Il frutto di questo viaggio e’ un grosso volume edito nel 1893: Les îles oubliées. Les Baléares, la Corse et la Sardaigne.
Noi abbiamo trovato un’edizione inglese, che non vediamo l’ora di avere tra le mani! Nel frattempo, si può fare un tuffo nel centro del Mediterraneo di un secolo fa grazie alla sua versione online: è tutta da sfogliare, ma se volete andare direttamente in Sardegna, saltate a pag 258.
E c’è un legame anche tra Vuillier e Trieste! Pare che alle Baleari avesse conosciuto Luigi Salvatore d’Asburgo (nome completo Luigi Salvatore Maria Giuseppe Giovanni Battista Domenico Ranieri Ferdinando Carlo Zanobi Antonino d’Asburgo-Lorena) che gli avrebbe chiesto di realizzare i disegni per un libro su Miramare. Ma questa è un’altra storia…